Orygo Foto-Shiatsu
Cosa succede quando due mondi apparentemente distanti come la fotografia e lo Shiatsu, si incontrano attraverso l'esperienza di chi li pratica entrambi? Nasce una nuova visione, un approccio che, nel mio caso, ha trasformato l'atto fotografico da semplice cattura di immagini a momento di consapevolezza profonda.
Come nasce e cosa significa per me il Metodo ORYGO® Foto-Shiatsu

Come per tutti gli inizi ho sempre la testa piena di concetti e pensieri che vorrei esporre ma poi quando mi sono seduto a scrivere questo primo post, ho pensato a lungo a come incominciare e ovviamente mi sono bloccato. A quel punto dopo un bel respiro ho semplicemente lasciato andare... Potrei dirvi che questo blog nasce per raccogliere aggiornamenti, riflessioni, date di corsi e progetti. È vero. Ma la motivazione più profonda è un’altra: sentivo il bisogno di raccontare il percorso che mi ha portato a creare questo mio Metodo, il Metodo ORYGO Foto-Shiatsu.
Si, di fatto la parte autobiografica è stata fondamentale per la nascita di tutto questo. Ora che sperimento ogni giorno, nel mio lavoro, queste tecniche e convalido l’approccio che la loro applicazione mi continuano a dare nell’affrontare ogni genere di fotografia, sono sempre più convinto che il processo di continuo condizionamento tra Metodo e la mia vita, sia un tutt’uno.
Fotografare, e il modo di pormi in generale nei confronti dello sguardo sui luoghi, sulle persone, sulle cose e sul mondo in generale, si è profondamente radicato nel Metodo e, ormai, questa nuova attitudine, mi accompagna ogni giorno.
Scrivo queste righe dalla mia città, Novara, dove vivo e lavoro. Quando lavoro nel mio studio, in altri studi fotografici o in location esterne, incrocio vite, storie, e luci, e ogni incontro è diverso. Che siano persone, oggetti o paesaggi, prima di ogni sessione o anche prima di ogni scatto c’è sempre una domanda: come sarà questa nuova esperienza, come accadrà, come vivremo questi momenti? Ok mi direte e la parte tecnica? Si certo è importante e anche per questo aspetto ci sono molte domande, ma quelle che sempre più mi incuriosiscono e mi stimolano sono le domande legate all’esperienza dello scatto.
Sono proprio queste domande che saranno il filo rosso di tutto il discorso intorno al Metodo, soprattutto se lo stesso Metodo viene visto come strumento per fotografare in modo più consapevole.
Da dove sono partito

La fotografia mi ha fatto compagnia sin da ragazzo.
Ho sempre considerato questa forma di comunicazione fondamentale per come sono abituato ad esplorare la realtà e poi a ricordarla. Ovviamente dopo l’innamoramento iniziale sono passato attraverso lo studio della parte tecnica che poi con la pratica ho approfondito sempre di più. Diventando poi la fotografia il mio lavoro, ho avuto modo di scoprirne tante sfaccettature ed intuire che i momenti più interessanti degli scatti erano istanti di forte emozione, facilmente riconoscibili ma difficilmente spiegabili.
Per curiosità, come tante cose iniziate nella mia vita, ho poi scoperto lo Shiatsu. Questa disciplina mi ha talmente coinvolto da studiarla per diversi anni e diventarne professionista. Le radici dello Shiatsu nella MTC e nel pensiero filosofico orientale mi hanno portato ad avere una nuova prospettiva su ciò che stavo facendo. Inoltre il profondo lavoro sul corpo, sul radicamento, su come applicare la tecnica, sull’energia (KI), e sul rispetto la cura e l’attenzione verso l’altro mi hanno condizionato molto nel modo di fotografare.
Dal condizionarmi a capire che queste due tecniche, due mondi, potessero congiungersi il passo non è stato per nulla immediato e semplice.
Anche se in fotografia la parte empatica è sempre stata una componente fondamentale e riconosciuta da tutti, la tecnica ha sempre cercato un po di prevalere, proprio per il senso estetico che l’immagine “doveva” trasmettere.
Nella mia esperienza poi era come se da una parte ci fossi stato io con lo Shiatsu e tutto il mondo che questa disciplina rappresentava e dall’altra parte la fotografia.
La grande scoperta fu che l’anello di congiunzione di questi due mondi ero proprio io.
Si! E’ da li che sono partito. Da me stesso! Partendo dalla constatazione che la mia fotografia era cambiata da quando ho conosciuto lo Shiatsu, ho incominciato ad analizzare ciò che stavo facendo, come lo facevo, a cosa stessi pensando e soprattutto alle sensazioni che tutto questo mi dava, e ho cercato sia di comprendere questo processo che di trovare delle abitudini e degli esercizi che rafforzassero i migliori risultati.
Quindi io come fotografo con la mia esperienza nello Shiatsu sono riuscito a trovare dei punti di congiunzione sia nella teoria che nella pratica delle due discipline e ho ideato il Metodo Orygo Foto-Shiatsu.
Cosa significa ORYGO® Foto-Shiatsu

ORYGO® Foto-Shiatsu è il nome che ho scelto per il Metodo.
Per me Orygo è una parola che profuma di inizio, di ritorno alle radici. Parla di origini, di qualcosa che ci riporta al punto di partenza, là dove le cose nascono.
Per me significa tornare a quel momento in cui la fotografia era lenta, fatta di attesa e di ascolto, quando ogni scatto era un piccolo atto di magia e non un gesto automatico, un istante consapevole del quale poi aspettarne con pazienza i frutti.
Ho deciso poi di rappresentare Orygo con un elefante.
L’ho scelto perché l’elefante è radicato, forte e al tempo stesso delicato. È un animale che non dimentica: custodisce la memoria e cammina con calma, passo dopo passo. In fondo è quello che vorrei fare con ogni scatto: rallentare, dare peso ai momenti che contano per poi portarli con me, senza fretta.
Per me Orygo è un modo di stare al mondo prima ancora che un modo di fotografare, ed è anche un approccio più attento a ciò che ci sta attorno.
Quando lavoro, cerco di mettermi in quello stato di centratura che ti fa sentire presente davvero. Lì tutto si allinea: il tempo smette di correre, la luce diventa più chiara e chi o cosa ho davanti riesce a mostrarsi per quello che è. Lo scatto è un incontro, un momento che rimane impresso soprattutto nella memoria.
Orygo è nato così: dalla voglia di unire la mia passione per la fotografia, soprattutto quella analogica, a un’idea di lentezza e consapevolezza. È un invito a fermarsi, ad ascoltare, a guardare senza fretta, ad aver cura per le piccole cose, le piccole abitudini.
Ogni foto diventa allora un frammento di vita, un pezzo di memoria che resiste al tempo, proprio come fa l’elefante.
Lo dico sempre: il nome del Metodo Orygo Foto-Shiatsu è un modo di fare esperienza.
I tre pilastri del Metodo Orygo Foto-Shiatsu.
Il Metodo è stato strutturato in tre pilastri che guidano ogni fase del lavoro fotografico. I tre pilastri sono Corpo, Luce e Set.
Il corpo che guarda
La fotografia parte da qui: dal corpo, da noi che scattiamo.
La macchina non è altro che un’estensione del nostro corpo e del nostro sguardo ma quello che veramente deve esserci prima di tutto siamo noi con la nostra presenza consapevole.
Nel Metodo Orygo imparo a usare il mio corpo come primo strumento.
Prima di scattare, respiro.
Sento i piedi a terra, la postura, il modo in cui mi muovo nello spazio, come percepisco ciò che mi sta attorno.
Non è solo un esercizio fisico: è una modalità percettiva.
Quando il corpo è centrato, anche lo sguardo si fa più stabile e preciso.
Il gesto fotografico diventa meno reattivo e più consapevole.
La luce come energia
La luce è il cuore della fotografia.
Nel mio Metodo, la luce è trattata come se fosse un flusso energetico.
Anni fa volevo controllarla in ogni dettaglio. Poi ho scoperto che se la osservo con pazienza e rispetto, la luce mi mostra molto più di quanto io possa “forzarla” a fare.
Con il Metodo Orygo Foto-Shiatsu la luce diventa un elemento vivo, e non solamente uno strumento da dominare.
Insegno a chi lavora con me a seguirla, a lasciarsi guidare dai suoi movimenti, ad ascoltarla, ad osservare come descrive le forme e come si riflette. La luce nelle sue variazioni entra, esce, cambia, si muove.
Imparare a seguire la luce e fotografare in questo modo è come imparare a danzare.
Lo spazio come luogo di incontro
Il terzo pilastro riguarda lo spazio.
Ho sempre considerato il set fotografico come un posto operativo. Poi ho capito che lo spazio influenza profondamente ciò che accade e che lo spazio intorno a noi è fondamentale nel processo di radicamento e consapevolezza.
Nel Metodo ORYGO ogni set diventa un Dojo: uno spazio protetto e intenzionale.
Che sia una stanza, uno studio o un giardino, l’importante è prepararlo con cura, conoscerlo e rispettarlo.
Un Dojo è un luogo dove ci si prepara, si lavora e si fa la propria esperienza. E’ il luogo della trasformazione.
Il risultato: lo Sguardo Risonante
Quando questi tre elementi lavorano insieme e si allineano, nasce qualcosa che io chiamo Sguardo Risonante.
Allineati i tre pilastri, un corpo centrato, la luce che racconta e lo spazio in cui tutto ciò si svolge, solo allora incontrando il soggetto o l’oggetto fotografato avrò il momento trasformativo in cui lo scatto li trasforma in una Fotografia che rappresenta l’essenza di quell’istante e che riguardandola anche a distanza di tempo conserva la stessa forza che emoziona.
Una vera esperienza trasformativa.
La Fotografia che nasce in quel momento porta dentro di sé una vibrazione, l’energia di quel momento, non una semplice immagine ma traccia di un incontro, memorie vive.
La valenza trasformativa
Nel Metodo, dedico un ampio spazio alla valenza trasformativa di questa esperienza. E’ proprio questo il valore aggiunto che una Fotografia deve dare, deve essere in grado di portare dentro di se l’insieme degli ingredienti che hanno contribuito a muovere l’energia di quell’istante. Solo in questo modo la mera valenza estetica può essere arricchita.
Un metodo anche per imparare
Non è un caso che ho deciso di proporre questo Metodo anche come un percorso formativo. Ho letto molto di Fotografia e ho approfondito molti temi ma non ho mai trovato un accostamento tra Fotografia e Shiatsu. Io credo che questo approccio sia molto interessante e che entrambe le discipline possano integrarsi in modo interessante sia sul piano teorico che come poi vedrete, anche su quello pratico.
Da tanti anni tengo corsi di Fotografia nei quali insegno la tecnica fotografica con un approccio creativo, e soprattutto con un modo diverso di guardare ma credo che ormai il Metodo Orygo Foto-Shiatsu diventerà il vero valore aggiunto del mio insegnamento.
Il mio desiderio è che anche questo spazio diventi un luogo di incontro e di confronto, e se state leggendo, siete già parte di questo viaggio.
Conclusione
ORYGO Foto-Shiatsu è un modo di guardare, di ascoltare e di essere presenti e sicuramente di Fotografare.
E quando ci si mette davvero in ascolto, la fotografia diventa un’esperienza condivisa, un evento vivo.

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